Teatro Arvalia
dal 20 al 24 Marzo

EDUARDO

dalle commedie di Eduardo De Filippo
un’idea di Gino Auriuso

con
Gino Auriuso Irma Ciaramella Eduardo Ricciardelli
Maria Teresa Pascale Manuel Fiorentini


Luca De Bei

Regia:Giuseppe Marini

Costumi:Alessandra Cardini

Otganizzazione:Rosy Tranfaglia • Franco Clavari

presentato al "Garofano Verde • scenari di teatro omosessuale” 2011 • rassegna a cura di Rodolfo di Giammarco


Regia
Gino Auriuso

scene e costumi
M. Francesca Serpe
Sarà in scena al Teatro Arvalia dal 20 al 24 Marzo 2013 lo spettacolo EDUARDO tratto dalle commedie di Eduardo De Filippo, un’idea di Gino Auriuso. Protagonisti: Gino Auriuso, Irma Ciaramella, Eduardo Ricciardelli, Maria Teresa Pascale, Manuel Fiorentini. Regia di Gino Auriuso.

Un arrivo da cui partire: questo è, in sostanza, il progetto “Eduardo”. Abbiamo voluto, col nostro percorso, individuare il punto di arrivo della messa in scena dei testi di Eduardo a oltre un secolo dalla sua nascita. Così fortemente imbevuta di umanità e di “teatro” novecenteschi, la drammaturgia di De Filippo è rimasta per lungo tempo “imbrigliata” negli ingranaggi dell’estetica eduardiana. La capacità dell’autore-attore napoletano di individuare nel video un surplus comunicativo per il suo teatro, oltre che un mezzo per testimoniare il lavoro svolto, ha fatto sì che titoli come “Questi fantasmi” o “Filumena Maturano” potessero superare la minaccia di un inesorabile invecchiamento, arrivando sino a noi così come l’autore l’aveva concepiti: per e sulla scena. Eduardo De Filippo è dunque spaventosamente vicino a noi, sia cronologicamente che dal punto di vista mediatico. La sua voce immortale, la sua gestualità esasperata, sono elementi ancora vivi che affascinano e al tempo stesso “gravano” su chiunque si appresti a mettere in scena uno dei suoi drammi.
“Eduardo” non vuol essere un’operazione iconoclastica, ma intende raccogliere l’eredità eduardiana offrendola a un teatro che si allontani dall’estetica che sino ad oggi l’ha (quasi forzatamente) contraddistinta. Gli elementi tipici di questo “teatro della vita” vengono dunque estratti e astratti: odori e sapori, elementi scenici (sedie, tavoli, mensole, grandi finestre), così come i costumi e le stesse parole di Eduardo, non scompaiono del tutto ma vengono inseriti in un contesto nuovo, fatto di corpi in movimento, di gesti simbolici e atmosfere rarefatte. Entrano così a far parte del (nostro) teatro di De Filippo atmosfere rituali ispirate alla tradizione religiosa popolare, sorrette dal fascino della musica dal vivo. Nuovi mezzi di comunicazione (ma presi dalla natura stessa dell’uomo) segnano dunque non un “arrivo” ma un “inizio”, un punto da cui partire, un’ipotesi per il futuro dell’interpretazione eduardiana, che si allontani dall’autore senza mai tradirlo, proprio come accade per le migliori messinscene dei grandi, immortali autori del teatro mondiale.

Gino Auriuso

“Diciamo di solito che per l’ uomo la nascita è il punto di partenza e la maturità il punto d’arrivo. Io l’ ho sempre visto rovesciato questo concetto, e cioè la nascita per l’ uomo è il punto di arrivo su questa terra. Quello che egli realizza nel corso della vita, da adulto, e l’ immancabile morte, sono il punto di partenza per quelli che vengono dopo di lui, i giovani. Questi milioni, miliardi di punti di partenza, che milioni, miliardi di esseri umani lasciano nel morire, sono la vita che continua. La vita che continua è la tradizione. Secondo il mio concetto questi punti di partenza lasciati da esseri umani eccelsi e non eccelsi non debbono essere considerati un peso morto, un qualcosa di retrivo da disprezzare. Anche se da giovani ci sentiamo la forza di sollevare il mondo e farlo girare a modo nostro, non vi pare che la forza di miliardi di esperienza fatte da altri, e che poi sono noi, perché uomini come noi, ci possono aiutare? Io sono convinto di si. E sono convinto che persino per confutare un’ esperienza del passato e negarla, questa esperienza bisogna averla approfondita e persino amata. Se si usa la vita che continua, la tradizione, nel modo giusto, essa ci può dare le ali. Certo, se ci si ferma al passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo come di un trampolino, salteremo molto più in alto che se partissimo da terra. Non vi pare?”

(Dal primo incontro di Eduardo con gli studenti dell’ università di Roma, Teatro Ateneo, 4 aprile 1981).

Teatro Arvalia
via Quirino Majorana, 139 - 00152 Roma
Info e prenotazioni: 346.5128452-392.6395175
artenova@fastwebnet.it ; teatraltro@gmail.com;
Orario spettacoli: dal Mercoledì al Sabato ore 21.00, domenica ore 18.00.
Biglietti: Intero € 15 – Ridotto € 10


Ufficio Stampa Spettacolo:
Maya Amenduni
mayaamenduni@gmail.com
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