Musica per Roma Presenta

“Il Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio”


8 FEBBRAIO 2012
SALA SANTA CECILIA
Biglietti: da 25 a 30 euro


ispirato all'opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart
Direzione artistica e musicale Mario Tronco
Elaborazione musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
Acquarelli, animazione e scene Lino Fiorito
Disegno luci Pasquale Mari
Costumi Ortensia De Francesco

Una produzione THE FABMAX COMPANY e PACO CINEMATOGRAFICA

con L’Orchestra di Piazza Vittorio
orchestra residente dell’Auditorium Parco della Musica

Houcine Ataa (Tunisia) voce - Monostatos
Peppe D’Argenzio (Italia) sax baritono e soprano, clarinetti
Evandro Cesar Dos Reis (Brasile) voce, chitarra, cavaquinho – Ragazzo
Omar Lopez Valle (Cuba) tromba, flicorno - Narratore
Awalys Ernesto Lopez Maturell (Cuba) batteria, congas - Tamino
Zsuzsanna Krasznai (Ungheria) violoncello - Dama
John Maida (Stati Uniti) violino - Dama
Gaia Orsoni (Italia) viola - Dama
Carlos Paz Duque (Ecuador) voce, flauti andini - Sarastro
Pino Pecorelli (Italia) contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo
Leandro Piccioni (Italia) pianoforte
Raul Scebba (Argentina) marimba, percussioni, timpani - Sacerdote
El Hadji Yeri Samb (Senegal) voce, djembe, dumdum, sabar - Papageno
Dialy Mady Sissoko (Senegal) voce, kora - Ragazzo
Ziad Trabelsi (Tunisia) oud, voce – Messaggero della Regina della Notte

e i musicisti ospiti
Maria Laura Martorana (Italia) voce - Regina della Notte
Sylvie Lewis (Inghilterra) voce, chitarra - Pamina
Sanjay Kansa Banik (India) tablas - voce
Fausto Bottoni (Italia) trombone, euphonium - canto
Fabrizio Giannittelli (Italia) corno
da una produzione originaria Fondazione Romaeuropa e Les Nuits de Fourvière


L'orchestra di Piazza Vittorio è nata in seno all'Associazione Apollo 11 ed è stata ideata e creata da Mario Tronco ed Agostino Ferrente.


Una rilettura dell’opera mozartiana a ritmo di jazz, rap, mambo, pop, attraverso tutte le culture musicali del mondo così ben rappresentate dal gruppo musicale legato all’omonima piazza romana, nato in seno all'Associazione Apollo 11 e ideato e creato da Mario Tronco ed Agostino Ferrente.

I musicisti diretti da Mario Tronco, che con Leandro Piccioni ha curato l’elaborazione musicale, sono anche i personaggi dell'Opera e rompono il tradizionale confine tra la buca d'orchestra e il palcoscenico, inventando un nuovo rapporto tra pubblico e scena. L'orchestra intreccia l'idea della partitura originale ai colori della nuova drammaturgia. Un “Flauto Magico” riletto, smontato, reinventato, rielaborato in sei lingue come se l'opera di Mozart facesse parte di tutte le culture musicali di Piazza Vittorio, come se fosse una favola tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti. Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si trasformano, e anche la musica si allontana dall'originale, nel nostro caso diventando “Il Flauto Magico secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio”. Gli arrangiamenti di Mario Tronco e Leandro Piccioni rivelano ed esaltano le potenzialità ed il bagaglio interculturale dell’Orchestra.

Ciascun musicista porta la testimonianza di musiche, culture e religioni diverse, che si trovano riunite in questo progetto. Un “Flauto” contemporaneo, dunque, ambientato in una moderna società multirazziale. Non c’è da stupirsi allora se Tamino e Pamina, Papageno, Sarastro e gli altri personaggi cantano in wolof, spagnolo, arabo, tedesco, portoghese e inglese. Le originali scenografie fatte di acquerelli che richiamano l’idea della favola e le didascalie disegnate su pannelli per i recitativi (come per la tecnica dei fotoromanzi), sono realizzate da Lino Fiorito.
L’atmosfera magica e sognante viene contrapposta al lato concreto dei musicisti che, per entrare nella parte, indossano i costumi disegnati da Ortensia De Francesco. I temi e le armonie di Mozart stringeranno la mano alla musica etnica e a quel particolare melange di generi che contraddistingue l’Orchestra romana. Lo strepitoso successo di pubblico e di critica ha già portato lo spettacolo in numerose città europee, tra le quali Parigi, Lione, Atene, Barcellona, Chambery, Aix en Provence, Amsterdam e Rotterdam.

“Il Flauto Magico”
Da Piazza Vittorio un'Orchestra unica

L’Orchestra di Piazza Vittorio, collettivo diretto da Mario Tronco che riunisce musicisti di differenti provenienze geografiche, ha sin dall’inizio rotto tutti gli schemi della formazione musicale, della concezione orchestrale, dell’uniformità della formazione culturale. Un successo travolgente che non ha scalfito di un centimetro l’atteggiamento aperto e arioso, la profondità della ricerca e la meraviglia che si rinnova a ogni esibizione. Dal salvataggio dello storico Cinema Apollo di Roma dal Bingo e dalla volontà di trasformarlo in un Laboratorio Internazionale di Cinema, Musica e Scrittura, si sviluppa l’idea di creare un’Orchestra composta da una ventina di musicisti provenienti da comunità e culture diverse, ognuno coi suoi strumenti e il suo bagaglio di musica popolare, in una fusione di culture e tradizioni, memorie, antiche e nuove sonorità, strumenti sconosciuti, melodie magicamente universali, voci del mondo.
Questo progetto, che ha raccolto l'entusiasmo di migliaia di sostenitori, ha suscitato via via l’interesse dei media, non soltanto nazionali, nonché l’attenzione di docenti e ricercatori universitari che ne studiano lo sviluppo dedicando a esso pubblicazioni monografiche e convegni. L’Orchestra di Piazza Vittorio rappresenta una realtà unica in Europa. È la prima ed unica orchestra nata con l'auto-tassazione di alcuni cittadini che ha creato posti di lavoro e relativi permessi di soggiorno per eccellenti musicisti provenienti da tutto il mondo ed ora di fatto nostri concittadini. Questi musicisti portano la testimonianza di musiche, culture e religioni diverse. Basta guardarli, tutti insieme, sul palco, per comprendere quanto possano felicemente incarnare un messaggio di fratellanza e di pace ben più efficace di proclami, comizi e dibattiti televisivi. Ma al di là del valore politico e sociale l’Orchestra si fa portatrice di un forte contenuto prettamente musicale e artistico di valore pressoché unico. L’Orchestra promuove la ricerca e l’integrazione di repertori musicali diversi e spesso sconosciuti al pubblico italiano, costituendo anche un mezzo di recupero e di riscatto per musicisti stranieri che vivono a Roma a volte in condizioni di emarginazione culturale e sociale.

“Il Flauto Magico”
Incontro con Mario Tronco

Come è nato Il Flauto Magico dell’Orchestra di Piazza Vittorio?
Da una proposta di Daniele Abbado per la Notte Bianca di Reggio Emilia. Il progetto ci sembrava folle, poi abbiamo deciso di svilupparlo come se l’opera di Mozart facesse parte di tutte le culture che abitano Piazza Vittorio, come se fosse una favola tramandata in forma orale e giunta in modi diversi a ciascuno dei nostri musicisti. Come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si sono trasformati, e anche la musica si è allontanata dall’originale: è diventato Il Flauto Magico secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio.

Come sono state assegnate le parti?
I ruoli sono stati affidati ai musicisti in base a una somiglianza di carattere o per affinità con certe esperienze vissute: per esempio Tamino è Ernesto Lopez Maturell, un ragazzo di 22 anni che ha tutta l’esuberanza della sua giovane età. Più che dall’amore per Pamina,interpretata dalla folk singer anglo-americana Sylvie Lewis che è una personadolce ma determinata, il nostro principe è mosso dal desiderio di avventura e dalla paura dell’ignoto, che a quell’età si trasforma in eccitazione. Il mago Sarastro è Carlos Paz, un artista con un rapporto molto forte con la politica e la religione, che ci racconta spesso dei riti sciamani del suo paese; lui stesso ha qualcosa dello sciamano. Quella della Regina della Notte è una delle poche parti occidentali, sarà interpretata da Maria Laura Martorana, una virtuosa di cui sono note la brillante tecnica di coloritura e le capacità interpretative con un repertorio molto ampio, sia drammatico che comico. E per diretta assonanza, El Hadji Yeri Samb, che gli amici chiamano Pap, è stato subito Papageno, una persona semplice e profonda con un carattere molto vicino al personaggio di Mozart. In questo senso abbiamo fatto nostra una suggestione presente nel Flauto di Ingmar Bergman (1975), in cui, durante l'ouverture si susseguono primi piani del pubblico, come a cercare il Flauto nella società, e i personaggi tra la gente comune.

Avete mantenuto i riferimenti alla massoneria, così presenti nell’opera di Mozart?
Abbiamo preferito non considerare questo elemento che ha assunto un significato e delle connotazioni del tutto diverse da quelle dell’epoca mozartiana. Volevamo raccontare un Flauto contemporaneo, che si svolge in una società multirazziale di questi tempi, ed evitare qualsiasi fraintendimento.

Come è stata trattata la partitura?
Non si tratta dell’esecuzione integrale dell’opera di Mozart. Abbiamo lavorato molto liberamente utilizzando solo ciò che è plausibile per la OPV. Le melodie sono riconoscibili ma alcune sono solo tratteggiate, senza sviluppo e senza parti virtuosistiche, intrecciate a brani originali dell’Orchestra. Non dobbiamo dimenticare che non tutti i nostri musicisti sono in grado di leggere uno spartito; il nostro lavoro con la partitura è quindi necessariamente diverso da quello di un’orchestra “normale”. Dal reggae alla classica al pop e al jazz, la nostra musica è piena di riferimenti alle altre culture. I nostri musicisti hanno background molto distanti, non solo geograficamente. Per i recitativi abbiamo preso a prestito la tecnica del fotoromanzo: alcune scene sono accompagnate da una sorta di didascalie disegnate sui pannelli da Lino Fiorito. Tutta la scenografia creata da Lino è fatta da acquerelli che richiamano l’idea della favola. Infine ci sono alcune “sorprese”, tra cui un mambo interpretato da Maria Laura Martorana come omaggio a un’altra Regina della Notte andina, Yma Sumac.

Il Flauto di Mozart è ambientato in un Egitto fantastico. Il vostro?
In un luogo immaginario, senza riferimenti alla geografia reale.

Ogni musicista ha portato nell’Opera la sua cultura: quante lingue ci sono in questo Flauto?
Sette: arabo, inglese, spagnolo, tedesco, portoghese, wolof e italiano.

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