OFF/OFF Theatre
IL GRANDE INQUISITORE Sabato 8 e domenica 9 gennaio 2022 Di Fëdor Dostoevskij Adattamento e regia di Daniele Salvo Con Daniele Salvo (Ivan – Il Grande Inquisitore) Melania Giglio (Lo spirito nero) Daniele Ronco (Alesa) Scene Alessandro Chiti - Costumi Daniele Gelsi Musiche originali Patrizio Maria D’Artista - Luci Giuseppe Filipponio Assistenti alla regia Riccardo Parravicini, Matteo Fiori Understudies Riccardo Parravicini (Ivan / Alesa) – Matteo Fiori (Alesa) Una produzione: Centro Studi Viaceslav Ivanov (Roma) con il contributo di GAZPROMBANK / Fahrenheit 451 Teatro / Teatro Maria Caniglia (Sulmona) / Mulino ad Arte Elaborazione grafica Michele Salvezza
“L’uomo è un mistero. Un mistero che bisogna risolvere, e se trascorrerai tutta la vita cercando di risolverlo, non dire che hai perso tempo; io studio questo mistero perché voglio essere un uomo.” F. Dostoevskij.
Sarà in scena al OFF/OFF Theatre l’8 e il 9 gennaio IL GRANDE INQUISITORE di Fëdor Dostoevskij, uno spettacolo adattato, diretto ed interpretato da Daniele Salvo in scena con Melania Giglio e Daniele Ronco. Come scrive Gustavo Zagrebelsky: “Il Grande Inquisitore si presenta come liberatore degli uomini dal peso della libertà. Sembra quasi una contraddizione: liberare dalla libertà. Ma è proprio questo ch’egli vuole fare: sollevare gli esseri umani da quella che sostiene essere la maledizione che il Cristo è venuto a portare agli uomini. Alla stragrande maggioranza di essi, dice il vegliardo al Cristo prigioniero che lo ascolta in silenzio, non si addice la vertigine della libertà, ma la servitù dello spirito”. Note di Daniele Salvo Millecinquecento anni dopo la sua morte, a Siviglia, Cristo torna sulla terra. Cammina per le strade della città spagnola dove, alla presenza di tutti i cittadini, il cardinale Grande Inquisitore sta consegnando al rogo un centinaio di eretici. Il suo arrivo è silenzioso, eppure il popolo lo riconosce, lo circonda, è pronto a seguirlo. Ma in quel momento il Grande Inquisitore attraversa la piazza, si ferma a guardare la folla, incupito. Poi ordina alle sue guardie di catturare Cristo e rinchiuderlo in prigione. Nell'oscurità del carcere, il vecchio e potente ministro della Chiesa pronuncia contro il Messia un fortissimo atto d'accusa, condannandolo a morte. In questo episodio dalla dignità autonoma dei Fratelli Karamazov, Fëdor Dostoevskij afferma il proprio pensiero filosofico-religioso: la libertà dell'essere umano si basa su una fede senza dogmi e miracoli, senza gerarchie e autorità, contrapposta alla dottrina che in nome di ranne alcuni attori”. È davvero così. Per affrontare Dostoevskij, per decodificarlo e comprenderlo dal suo interno è necessario smettere finalmente di recitare, azzerare lo stile, indagare il testo da vicino, in un confronto serrato con sé stessi ed i propri fantasmi, senza nessuna paura. Daniele Salvo |
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